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Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico

“Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico”, di Luis Sepúlveda, (ed. Guanda, 2012)

 

Il gatto Mix è cresciuto insieme al suo amico umano Max. Trasferitisi in un appartamento a Monaco di Baviera, Mix assiste alla laurea e ai primi progressi nel mondo del lavoro di Max. Ma gli anni passano e l’età avanzata rende Mix cieco.
Un giorno arriverà però Mex, topolino messicano furbo e chiacchierone, fuggito da una gabbietta dei vicini. Invece di diventare il pranzo di Mix, Mex finisce per divenirne amico e per trasformarsi pian piano negli occhi del gatto. Grazie a lui Mix potrà rivedere le cose ormai perdute nel buio e provare sensazioni che gli erano vietate a causa della sua cecità.
Una favola delicata che, se non raggiunge la perfezione di “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, ci va comunque vicina.
Anche quando scrive fiabe Sepúlveda non rinuncia alla propria pungente ironia, caratteristica imprescindibile del suo stile narrativo.
I personaggi a quattro zampe sono buffi e teneri insieme. Il linguaggio e la struttura narrativa sono semplici, ma nella favola, come sempre, l’autore ha convogliato valori di estrema importanza.
Anche qui, come per la gabbianella e il gatto, il valore che Sepúlveda vuol mettere in risalto è quello dell’amicizia, che va oltre le differenze razziali e caratteriali e che è fatta di comprensione e mutuo aiuto.

Un libro molto bello, adatto a lettori di ogni età.

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